Da Busche, dove è presente un punto di noleggio biciclette e assistenza, si supera la diga sul Piave e si prosegue sulla sinistra idrografica verso Lentiai e poi Mel. Qui vale senz’altro la pena una visita alla piazza del paese, molto suggestiva.
Questo percorso si propone di far scoprire le Prealpi dal versante nord, partendo dalla stazione ferroviaria di Busche e arrivando ancora una volta a quella di Belluno.
Continuando verso est, si raggiunge Trichiana, Paese del libro, da cui si prende per la frazione di Frontin. Giusto davanti alla settecentesca villa Alpago-Novello si svolta a destra verso Melere e si prosegue in salita attraverso prati e boschi con pendenze a tratti impegnative. Possono accompagnare lo sforzo alcuni versi di Zanzotto:
“Verso i monti delle alpi
torna azzurro ed assenzio
di venti, torna ai campi
la sagra del silenzio.”
(da “Assenzio”, in Dietro il paesaggio)
“dal fedele azzurro del Nord
un soffio incrina l’estate leggera
e le immagini pigre dei monti
[…]”
(da “Ore calanti, III”, in Elegia e altri versi)
Si prosegue quindi per un bel tratto pianeggiante fino a Valmorel, luogo d’ispirazione per “I miracoli di Val Morel “ di Dino Buzzati e ben evocato dai seguenti versi di Zanzotto:
“A lungo esita il verde
nelle soste dei prati
e tra i suoi fregi fiordalisi
[…]”
(da “L’amore infermo del giorno”, in Dietro il paesaggio)
Questi luoghi fanno idealmente da contraltare al mondo zanzottiano che si trova giusto dall’altra parte delle Prealpi, come fosse questa una terra di mezzo tra le Dolomiti e i colli trevigiani, in cui Zanzotto e Buzzati trovano il loro punto d’incontro.
Dopo Valmorel si va in discesa verso l’abitato di Tassei e poi, raggiunta la frazione di Piandelmonte, si svolta a destra verso Le Ronce.
Qui inizia l’ultima fatica di giornata: otto chilometri dapprima impegnativi poi via via più facili portano all’Alpe del Nevegal, la stazione sciistica più vicina a Belluno. E non può mancare il rinvio alla neve di Zanzotto:
“Che sarà delle neve
che sarà di noi?
Una curva sul ghiaccio
e poi e poi… ma i pini, i pini
tutti uscenti alla neve, e fin l’ultima età
circondata da pini. Sic et simpliciter?
[…]”
(da “Sì, ancora la neve”, in La Beltà)
Ora non resta che scendere per la strada principale fino al capoluogo, dieci chilometri in discesa in cui sarà possibile godersi la maestosità dello Schiara e del Serva e, poco prima di entrare in città, far visita alla villa della famiglia Buzzati, casa natale del grande scrittore.